Game over
Drama incentrato sul mondo dei videogiochi, più precisamente il mondo del lavoro che sta dietro ad esso, nello specifico del caso la questione di un'azienda in bancarotta di risollevare. La sinossi e i primi episodi sono fraintendibili, fanno pensare a una love story che, invece, di fatto non c'è. Se te l'aspetti, ci deve essere. Meglio quindi essere chiari fin dall'inizio, altrimenti è un'inevitabile delusione.Tolto questo, resta una storia che a mio avviso non riesce comunque a decollare. Sarò sincera, a un certo punto trascinavo il cursore in avanti saltando passaggi interi perchè ormai presa dalla noia.
L'attrice non mi ha convinta del tutto, l'attore protagonista l'ho apprezzato di più in altre performance. Unica nota interessante l'evoluzione del rapporto con il fratellastro.
Per rimanere in tema videogames, concluderei che la serie non ha superato nemmeno il primo livello, terminando la partita con un rapido game over.
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Una commedia senza pretese...in tutti i sensi.
Le commedie leggere e senza troppe pretese possono essere piacevoli e apprezzabili? Assolutamente sì. Una serie spensierata non deve essere necessariamente sinonimo di senza senso. Purtroppo, invece, è quanto avvenuto con questo drama.La trama non regge. Può aver avuto senso l'idea di base, ma il suo sviluppo ha portato a una sceneggiatura che sembra abbia giocato a "unisci i puntini", con dei "punti" chiari da raggiungere - scene ad effetto, dove poter dire "io ho ucciso una persona" - ma senza badare troppo alla credibilità della linea che collega questi punti. La storia, davvero, fa acqua un po' da tutte le parti. Vogliamo un protagonista afflitto dal tormento di un evento passato, così segnato profondamente da aver influenzato tutte le sue - pessime - scelte di vita, ma se poi pensiamo alla fatidica notte, ci chiediamo: e dunque? dove sta il problema? L'amico si ferisce inavvertitamente, senza responsabilità di nessuno, il nostro protagonista lo soccorre, lo trascina al riparo e va - con tanto di buonsenso - a cercare aiuto. Da lì al "ho ucciso una persona" e il riferimento al fatto che nessuno abbia mai detto il contrario, rasentiamo un po' l'assurdo: un dramma dove il dramma non c'è. La storia, sostanzialmente, è tutta così. L'ex russa, tanto aggressiva da rincorrerlo con una pistola e disposta a dargli la caccia fino dall'altro capo del mondo...ma che si arrende dopo una banale sfida all'ultimo shot. Ma quando mai? Anche qui, l'impressione di un mero link riempitivo per portare la storia a una scena-obiettivo già programmata. Chi ha scritto il copione non si è sforzato minimamente, insomma.
Sul fronte degli attori, buona la prova del protagonista, soprattutto nella seconda parte (capisco la superficialità voluta del personaggio nella prima parte, per poter mostrarne poi l'evoluzione, ma nei primi episodi era davvero eccessivo, al di là dei capelli osceni e davvero inguardabili). La protagonista invece la boccio su tutta la linea: empatia, zero. Simpatia, sotto lo zero. Delle due, l'una: o la recitazione non è davvero il suo forte, o il personaggio che doveva interpretare era tratteggiato in modo davvero pessimo. Difficilmente la protagonista di una serie mi ha infastidita come in questo caso: starnazzante come un'oca (non discute, più che altro grida) e con un'espressione perenne da triglia lessa. Nessun personaggio secondario degno di nota.
Concludendo, la serie strappa a malapena la sufficienza. Il consiglio: se volete distrarvi con una serie spensierata che valga la pena guardare, rivolgetevi altrove.
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Teen drama con qualche spunto interessante
Premetto che non amo molto le serie ambientate a scuola. Dopo True Beauty questo però è la prima che posso dire di aver apprezzato a suo modo. Teen drama per via del contesto scolastico, in realtà i protagonisti sono ragazzi ventenni, che si relazionano tra loro - e con i veri adulti - più come adolescenti che come adulti a loro volta. Questo perlomeno nella prima parte della serie perchè, come prevedibile, via via che la storia si sviluppa gli ultimi arrivati diventano il fulcro centrale per poter risolvere drammi di vitale importanza: questo è un po' il limite che riscontro in questa tipologia di drama, e questo non fa eccezione. Questioni gravi, importanti, segrete e che tengono sotto scacco la sicurezza e l'esistenza di interi gruppi di persone - se non dell'intera umanità, a volte - e che nessun adulto, nemmeno i più capaci maestri o mentori con anni di esperienza alle spalle, ha mai saputo risolvere...e poi ecco che arriva il ragazzino, o i ragazzini, di turno e nell'arco di poco fioriscono abilità pratiche ed intellettuali degne di un power ranger. A questo cliché nemmeno Moorim School sfugge, ma ci si adatta in pieno. Ho apprezzato tuttavia l'esistenza di un ostacolo da risolvere, che emerge lentamente durante la vicenda e impedisce che la storia si riduca alla mera frequentazione della scuola, senza una trama vera e propria. Buona la prova di recitazione da parte del cast principale, anche se non stellare. Il giudizio positivo deriva soprattutto sulle riflessioni sul concetto di fiducia e amicizia, ricorrenti durante l'intera serie, che ho trovato calzanti e non banali. Un punto in più per la colonna sonora. Concludendo, un drama non certo indimenticabile, ma che si fa apprezzare al di là di qualche evidente limite e imperfezione.Cet avis était-il utile?
La vendetta è un piatto che va servito freddo.
TRAMA: questo drama mi ha ricordato molto una serie americana, Revenge, a sua volta ispirata al celebre romanzo di Dumas, Il Conte di Montecristo. Che si parli di corruzione, brama di potere o giustizia, il fulcro della storia è la vendetta: la "giusta" vendetta, pianificata a lungo e con cura fin nei minimi dettagli da parte del protagonista, capro espiatorio in un passato che l'ha visto pagare - ingiustamente - un caro prezzo. La serie si concentra sulla messa in atto di tale piano di vendetta, e per lo spettatore è davvero intrigante seguire gli sviluppi, molti dei quali apparentemente imprevisti, mentre in realtà si va via via a svelare un disegno intricato e machiavellico architettato da tempo.
Curiosità e suspance non mancano, e ciò mantiene alta l'attenzione dello spettatore di episodio in episodio.
A livello di sceneggiatura, l'impronta legale e la sfera medica, nonché il contesto del penitenziario sono tutti ingredienti ben equilibrati tra loro, dove nessuno soverchia l'altro in modo predominante (il troppo stroppia, si sa). Unica nota dolente, che mi impedisce di dare un 10 e lode, è la totale mancanza di romance: va bene che non è una commedia romantica, ma i requisiti anche solo per un leggero accenno, tra il protagonista e la dr.ssa Han, c'erano tutti. Sarebbe stato un tocco apprezzabile e non avrebbe alterato minimamente la struttura principale della serie. Peccato.
Il finale lascia aperto uno spiraglio a un possibile sequel. Sono passati quattro anni, ma personalmente continuo a sperarci.
CAST: la scelta di guardare questa serie è stata in primis influenzata dalla presenza dell'attore protagonista, che apprezzo particolarmente. E, anche stavolta, non ne sono rimasta delusa: Doctor Prisoner ci mostra un Nam Goong Min davvero superbo, dove la sua grande capacità espressiva e il suo timbro di voce davvero unico ci regalano una recitazione di altissimo livello, vestendo perfettamente i panni dell'abilissimo stratega Na Yi Je. Una menzione anche per Kim Byung Chul, attore che non conoscevo e che ricopre il ruolo antagonistico di Sun Min Shik, precedente direttore del penitenziario nonché uomo avido di successo e potere. Un po' fiacca invece l'attrice Nara - alias Dr.ssa Han - che ho già avuto modo di incontrare in altre serie e che, ancora una volta, sembra sfumare in una recitazione che manca di incisività. Al contrario, un prezioso tocco di vivacità va attribuito al personaggio di Oh Jung Hee, interpretato da una effervescente Kim Jung Nan.
MUSICA: Niente che meriti di essere segnalato. A livello sonoro ho apprezzato la nota ricorrente, quasi un sibilo stordente, nei momenti in cui la scena raggiungeva il vertice della tensione.
Unico vero neo della serie: la mancanza di sottotitoli in italiano (confido che prima o poi si provveda, perchè merita più di molti altri Kdrama tradotti in svariate lingue).
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Niente di nuovo e il già visto lascia pure a desiderare...
Mi sono sforzata di arrivare in fondo alla serie solo per coerenza, e questo la dice lunga. Romance banale, dove gli ostacoli dovrebbero essere questioni insormontabili ma che poi tali non sono. Niente di nuovo e il già visto non è un bel rivedere, insomma. Anche nell'ottica di un drama che punta al mero intrattenimento, non funziona. La storia è troppo insipida, gli attori lo sono anche di più, sia a livello di recitazione, espressività ed estetica. Spiace dirlo ma non sanno davvero di niente. Chimica ed empatia scarseggiano ovunque. Se penso al tema della rivalità tra famiglie, ne viene fuori meglio la tailandese "Bad Buddy". E il meccanismo della rottura da adolescenti e del ricongiungimento in età - molto - adulta è un altro esempio che non regge: fratture dettate da fraintendimenti e tempistiche sbagliate che però sembrano poi segnare a vita i protagonisti, i quali tuttavia passano le successive due decadi ciascuno sul proprio binario, mai alla ricerca dell'altro, salvo poi ritrovarsi più o meno costretti a un nuovo incontro e da lì rispolverare il sentimento adolescenziale quasi non se ne fosse mai andato. Finale inconsistente e piatto, un po' come tutto il resto.Cet avis était-il utile?
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La ricetta imperfetta: quantità invece che qualità
Dalle premesse doveva trattarsi del capolavoro dell'anno. Dal cast stellare alla produzione, sceneggiatura, regia e via dicendo.L'incipit è interessante: una coppia sposata - sposata per amore - ma che ormai porta avanti un matrimonio di facciata. Le carte non vengono svelate subito, qualche flashback ci mostra l'esordio della loro relazione ma resta quel misterioso gap nel mezzo, che porta lo spettatore a chiedersi come si sia giunti alla situazione presente.
Rispetto ai protagonisti, ho trovato davvero calzante la scelta di Kim Ji Won nel ruolo di Hae In: l'attrice giusta nel ruolo giusto. Una prova performante, la sua, che mi ha ricordato molto anche il personaggio che aveva interpretato in "I discendenti del sole": schietta, tagliente, carismatica, indubbiamente incisiva e affascinante. Se da una parte, ripeto, l'ho trovata perfetta per il ruolo, dall'altra mi chiedo se non manchi di versatilità (un conto è ricoprire bene un certo ruolo, un altro è saper interpretare bene solo quello). Non ho invece apprezzato il protagonista maschile: sono consapevole che sia uno degli attori tra i più acclamati, ma personalmente non sono mai riuscita ad apprezzarlo. Indubbiamente bello - come viene riconosciuto anche al personaggio che interpreta - ma sembra davvero che il suo unico punto di forza sia solo quello. Una bellezza fine a sè stessa, che manca di fascino, di espressività, di carattere e spessore. Se non sai bucare lo schermo, resti solo uno dei tanti bei volti che si perdono nella massa. Due, sostanzialmente, le sue espressioni: sorriso a 32 denti e smorfia da pianto disperato. Manca davvero una vasta gamma di emozioni che non è in grado di esprimere nè suscitare. L'altra nota dolente della serie, è aver voluto troppo. Se gli ingredienti sono di buona qualità, una ricetta ben riuscita non è quella che ne conta il numero maggiore. Tutte le tematiche possibili sono state inserite nella storia, dal fatto che si fossero già conosciuti in tenera età e che quindi si siano ritrovati, dagli spaccati accademici di quando erano adolescenti, il tema dell'amore-odio-amore, del matrimonio di apparenza, dei fraintendimenti e del non detto, del divario delle classi sociali di appartenenza, la malattia terminale, la perdita di memoria... Davvero, il troppo che stroppia. Scorrendo l'elenco delle guest star, sembra di ricalcare la stessa linea: tante, troppe comparse importanti, sempre seguendo la filosofia che "più è, meglio è". Alla lunga, l'attenzione cala, il coinvolgimento scema e non c'è più un vero elemento di traino, solo tante tematiche che si susseguono, mentre i tira e molla diventano tanti, troppi, le cartucce sono già state tutte sparate ed è sempre più difficile riagganciare l'attenzione dello spettatore. Mi aspettavo davvero una serie meritevole, durante la visione ho ridimensionato le aspettative e confidato di poterle dare almeno un 8, ma arrivata in fondo sono riuscita ad attribuirle a fatica un voto discreto, che supera la sufficienza solo grazie all'aiuto di un'ottima colonna sonora e un cameo davvero notevole, la breve incursione di Song Joong Ki nei panni di Vincenzo Cassano (e una menzione agli altri ruoli di rilievo da lui interpretati, già che viene presentato come un personaggio misterioso che forse è stato un militare delle forze speciali - Discendenti del sole - forse un erede di un conglomerato - Reborn Rich - e molto probabilmente un avvocato appartenente alla mafia, Vincenzo, appunto). Nei pochi minuti nei quali hanno condiviso la scena, il protagonista davvero è diventato il nulla cosmico rispetto alla presenza di Song Joong Ki, molto più espressivo lui in quelle poche inquadrature che l'altro in tutti i 16 episodi messi assieme. Non lo sconsiglierei, ma con un approccio cauto e non troppo carico di aspettative.
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Beauty and the Devoted
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Un vero e proprio macigno
Questo non un drama, è un macigno. Ma bello grosso. Di una pesantezza indescrivibile. Una serie che prevede così tanti episodi deve avere davvero tutte le carte in regola, altrimenti l'effetto noia è dietro l'angolo. Questo drama in particolare, per me si è inabissato dopo i primissimi episodi...Non sarebbe mai arrivato ai canonici 16, figuriamoci a più del doppio.Apprezzabile l'inizio con la storia dei due protagonisti in giovane età. E poi...Stop. Solo quello. Catapultati nelle loro versioni adulte inizia l'incubo: lui impedito come pochi, del giovane liceale non ha mantenuto né il carattere né il fascino (perchè l'attore che interpreta l'adolescente è nettamente più bello di quello che interpreta la versione adulta, che definirei passabile ma giusto giusto nella norma). Lei ovviamente è diventata bellissima, e tra i due è forse quella che è risultata più coerente. Detto questo, non mi è piaciuta la trama, l'evolversi della vicenda, la dinamica tra i due (con un affiatamento pari a zero). Una serie insulsa, dalla trama insulsa, tirata per le lunghe e decisamente soporifera. Il consiglio è... Anche no.
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Un vero e proprio strazio...
Serie dal nome che attrae...e nient'altro. Fin dal primo episodio manca qualcosa, la capacità di coinvolgere e dare una direzione precisa alla storia. I protagonisti assolutamente insopportabili, presi da un tira e molla sconclusionato e insipido come una minestra riscaldata. La differenza di età tra i due - nel drama e nella vita reale - eccessiva: lui è un bambinone cresciuto, poco espressivo, poco incisivo (avevo già visto questo attore in "Impossible marriage", altra serie pessima e da dimenticare). Continuo a ritenerlo un attore mediocre in drama che creano aspettative ma che fin quasi dall'inizio si rivelano dei flop tremendi.Con rammarico - poiché non è cosa che mi piace fare - mi arrendo dopo il supplizio di sei episodi e metto la serie tra i droppati. Unica nota positiva, il pairing secondario costituito dal matrimonio combinato tra il fratello di lui e la cognata che ricompare dall'estero, dando il via a sprazzi interessanti sulla convivenza di due coniugi che mai avevano vissuto sotto lo stesso tetto. Ma è poco, davvero troppo poco, per potermi indurre a continuare una serie che, per quanto mi riguarda, è già nel dimenticatoio.
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Buon drama con un'impostazione iniziale fuorviante
Drama bello, ma non eccezionale. Ha il pregio di un ottimo cast e, di conseguenza, un livello di recitazione decisamente alto.Altro pregio è che intreccia non una sola tematica, ma diverse, alcune delle quali - vedi il concetto di famiglia, tra mancanze e legami spezzati - fanno davvero emozionare (e a tratti anche qualche lacrima è scappata).
C'è una love story, con triangolo amoroso, ma per me è stata la nota dolente...Non ho potuto davvero apprezzarla. Questo perchè l'inizio della serie sembra far credere una cosa, salvo poi prendere una rotta diversa: purtroppo non si traduce in un inaspettato e apprezzabile effetto sorpresa. Di fatto il primo episodio è dedicato in parte a Dal-Mi ma soprattutto alla storia di Ji Pyeong: il "bravo ragazzo" orfano e con pochi mezzi ma volenteroso e di buon cuore. Impossibile non affezionarsi istantaneamente e sperare per lui in un futuro che non sia solo una realizzazione economica, ma che vada a colmare il vuoto lasciato da una famiglia mai avuta. Poco importa se Do-San è anche lui sostanzialmente un bravo ragazzo che merita a pieno titolo un lieto fine: la sensazione è che quel posto fosse ormai occupato e l'entrata in scena di un secondo protagonista maschile - perché così viene percepito - non può che sembrare scomoda. Quando poi, già prima della metà degli episodi, diventa palesemente chiaro che il secondo protagonista sarà in realtà "il" protagonista designato, un po' di amarezza è d'obbligo.
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Serie semplice, ma anche tiepida e un po' inconsistente
Drama senza pretese, una trama senza grandi tragedie o ostacoli insormontabili. Tutto si concentra sulle relazioni, sentimenti nascosti e fraintendimenti. Non per questo ne deve derivare una serie non apprezzabile, sia chiaro. Il vero difetto non è tanto la trama semplice, ma il modo "tiepido" in cui viene portata in scena. Tiepido è davvero l'aggettivo che descrive interamente questo drama, una sceneggiatura debole, una recitazione che non arriva al cuore: meglio comunque lei - carismatica e solare - rispetto a lui, perchè al di là dei momenti freddi/distaccati che caratterizzano il personaggio interpretato, anche nelle scene in cui dovevano trasparire delle emozioni l'espressività è rimasta la stessa, nemmeno fredda o gelida...direi proprio non pervenuta, come avvolta in uno spesso nastro isolante. La chimica tra i due ovviamente non poteva fare scintille, di conseguenza. Unico personaggio davvero meritevole, lo zio del protagonista.Ripeto, serie senza pretese che poteva essere una visione davvero piacevole ma che si è rivelata non dico una perdita di tempo, ma sicuramente l'impressione è stata quella di aver dedicato una manicata di ore - fortunatamente c'è stato almeno il buonsenso di non andare oltre gli 8 episodi - a qualcosa di davvero inconsistente.
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Taglio insolitamente audace, contenuti presenti e cast (ML) di alto livello
Un film che si distanzia anni luce dai mille KDrama a cui sono ormai avvezza. L'unico elemento comune è forse la presenza del bravissimo Ji Sung, protagonista di molte serie che ho davvero apprezzato. Alle innumerevoli serie che toccano il picco glicemico con il classico bacio a stampo e dove le immancabili dita intrecciate delle mani pretendono di far saltare un battito, questo film risponde con scene esplicite e un linguaggio altrettanto diretto, devo dire senza mai scadere nella volgarità. Tolto il pesante velo della censura, c'è uno stralcio di vita reale, di discorsi e riferimenti che fanno parte del vissuto di tutti i giorni per la maggior parte delle persone. L'incipit del sesso telefonico, che poi è l'elemento che da il via all'intera vicenda, fa da miccia a una trama che in realtà va ben oltre qualche scena di nudo e due considerazioni sugli attributi maschili: emergono valori e sentimenti, scelte difficile, spaccati di vita, le difficoltà legate all'evoluzioni delle relazioni stesse tra le persone. Non manca l'ironia e nemmeno sorrisi strappati. Attori decisamente all'altezza, in primis il già citato Ji Sung che non finisce mai di stupirmi per la sua versatilità e la capacità di trasformarsi di volta in volta, con un'espressività forte ma mai uguale o stereotipata. Consigliato, non solo perchè diverso dal solito ma anche perchè merita in sè.Cet avis était-il utile?
Un mini-drama grazioso e ben fatto
Questa mini-serie è stata davvero una chicca inaspettata. Nonostante il tempo esiguo - tre ore complessive suddivise in sei episodi - ha saputo regalare una storia graziosa e ben confezionata. Sarò onesta, inizialmente ero un po' prevenuta, vuoi appunto per il numero esiguo di episodi vuoi per il protagonista maschile, che esteticamente non mi convinceva molto (dal naso troppo a punta alla forma un po' strana del lobo delle orecchie). Mi sono però ricreduta quasi subito, scoprendo un personaggio con un forte tratto caratteriale, espressivo e che non passa inosservato, complice anche la stazza non indifferente, benché poco loquace (ma anche qui, il tono di voce e il modo in cui si esprime rendono quelle poche parole più incisive di mille discorsi). Promosso, quindi. E promossa anche la protagonista femminile: attrice brava e bella che veste i panni di una singolare ragazza, per quello che è l'universo coreano: autonoma, decisa, spavalda. Sa quello che vuole e non ha paura di diro. Un personaggio davvero affascinante, che con il partner forma davvero una coppia vincente e interessante.Nella storia trova spazio anche le vicissitudini che hanno condizionato - e condizionano - la vita di Gun: dalla sorella malata, al padre problematico, a Gun stesso, combattuto tra la necessità economica e i propri principi rispetto al gioco in cui, paradossalmente, eccelle. Ho apprezzato l'aver dedicato un tempo non eccessivo alla competizione, perchè non era di fatto l'obiettivo vero e proprio, semplicemente la conseguenza di una sua difficile scelta. Concludendo: una serie davvero breve ma di qualità. Consigliato? Direi proprio di sì.
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Il potere soporifero della ripetizione a non finire....
L'intera seria ha come perno centrale l'amnesia a breve termine del protagonista. Frettoloso e un po' inverosimile l'incontro tra i due, ma soprassediamo. Il bel giovanotto è quindi vittima di un incidente e da lì parte l'effetto "reset". Come contrastare il vuoto di memoria? Ovviamente tenendo un diario dell'accaduto quotidiano, disseminando di foto e post-it le pareti di casa. Certo, può funzionare il primo giorno, e il secondo. Con un po' di pazienza anche il terzo e il quarto. Ma pensare che uno si svegli ogni mattina e abbia materialmente il tempo di rileggersi l'accaduto degli ultimi tre anni, anche no. Sorvoliamo però sull'incoerenza, del resto il drama non punta a sottoscrivere chissà quali evidenze medico-scientifiche. Tra l'altro, lui è un acclamato medico, solo di nome, però: nè nel presente nè nelle scene legate al passato l'ambientazione medica ha particolare risalto. Idem per la protagonista, inizialmente attrice di grande successo che cerca poi di tornare sulla scena... Ma, anche lì, l'attenzione allo sviluppo della sua sfera professionale scarseggia. Restano quindi lui e lei, che procedono a singhiozzo grazie all'omertà di lui. I personaggi secondari non sono più che verdure a contorno del piatto e il tema della perdita di memoria permea episodio dopo episodio... Peccato che la memoria dello spettatore, invece, funzioni benissimo, e alla lunga il meccanismo stanca. A questo punto, la soluzione migliore è un'amnesia a lungo termine, cancellando proprio la serie dalla memoria dei drama visti (e poco apprezzati).Cet avis était-il utile?
Un vero gioiello nato come remake di una serie che era l'esatto opposto
Difficile spiegare i molteplici aspetti che mi hanno stupita - in positivo - di questa serie. Quando ho letto la trama ho avuto la sensazione di un "de ja vù": Resta con me è in effetti il remake di un altro drama made in China, risalente a una decina di anni fa e intitolato "Addicted". Una serie che ho visto un po' di tempo fa e che mi era andata proprio di traverso, volta alla ribellione assoluta, non solo verso la censura dei drama cinesi ma anche nei confronti del sano buonsenso, e il risultato era stato un drama malsano e tossico, diseducativo e per nulla coinvolgente, che nel concreto più che terminare con una prima stagione sembrava essere stato opportunamente interrotto. Quante volte davanti a serie con buon potenziale ma risultato più che deludente mi sono detta "ah, se la rifacessero da capo come si deve...". Ecco, "Resta con me" fa proprio quello. Riparte da zero con idee più chiare e più pulite, e ci aggiunge un notevole salto di qualità. Gli attori protagonisti sono davvero convincenti (quelli di Addicted avevano anche un'età che stonava con il contesto scolastico), la trama è ricca, la storia dentro la quale i personaggi ritagliano il proprio spazio è ben delineata, scorre con naturalezza e coerenza, mantenendo viva l'attenzione dello spettatore. Non ci sono passaggi lasciati al caso, scene forzate ma senza senso, al contrario. E' un drama che presenta spaccati originali, ricco di spunti non scontati. Il secondo aspetto che tanto ho apprezzato di questo drama è l'importanza dei personaggi: non ci sono due protagonisti e poi un gruppetto di figure a contorno, bensì personaggi tutti importanti a modo loro, principali o secondari che siano. Sono ben tratteggiati e danno veramente un valore aggiunto alla trama, fondamentali per portare avanti la tematica della famiglia, aspetto davvero sentito e ben gestito. Tutto questo lo si riscontra già all'inizio, nella sigla, a mio avviso bellissima. Dei tanti pregi di questo drama, però, il migliore in assoluto è quello che proprio non avrei mai immaginato: il drama, più che una storia BL, sembra puntare a una Bromance. Solo verso la fine ci sono passaggi che, in maniera davvero velata, possiamo ricondurre a una BL. Paradossalmente, l'impatto emotivo è davvero fortissimo. Non avevo davvero messo in conto una tale capacità di coinvolgere ed emozionare, tutto grazie a gesti e parole e sguardi studiati - mai sdolcinati, mai fuori luogo, mai eccessivi - ma che davvero riescono a esprimere un sentimento molto forte e intenso. Il tutto senza scene esplicite, baci mozzafiato, o che altro...credo sia un'impresa davvero ardua. Sostanzialmente, potrei definirla come la meno BL tra le BL ma quella che più mi ha emozionata. Sembra contraddittorio ma è davvero prova della grande qualità di questa seria. L'unica pecca è il finale, aperto e con questioni palesemente in sospeso. L'avrei anche perdonato in attesa del meritato e dovuto sequel ma, purtroppo, ho letto che la prospettiva di una seconda stagione è sfumata. Davvero un peccato, se c'era una serie che meritava era questa. Però, anche con questa nota di amarezza, non me la sento di penalizzare il giudizio sulla serie in sé, che rappresenta a mio avviso una delle migliori BL in circolazione.Cet avis était-il utile?
Serie supportata da un doppio romance davvero di qualità!
Prima BL made in Taiwan, penso di poter dire di aver fatto centro. L'avevo in lista già da un po', prometteva bene... E così è stato.Dovendo pesare pregi e difetti, i contro sono solo tre:
- non c'è una vera e propria storia oltre a quella amorosa tra le coppie. Ci sono elementi caratterizzanti interessanti (ambiente accademico, violenza e vendetta tra le bande rivale, ecc.), ma sono elementi che nell'insieme non formano una vera e propria storia, vanno piuttosto a contestualizzare il background in cui si svolge ed evolve il romance, che è quindi il filo conduttore.
- Tra la fine dell'episodio 8 e l'inizio del successivo si avverte un gap, un collegamento mancato - sia dal punto di vista dei contenuti che del lasso temporale - che si risolve solo inserendo tra i due l'episodio speciale Kiseki+. A questo punto, l'avrei reso parte integrante della serie, lasciando magari un episodio speciale sul futuro, se proprio si voleva fare un capitolo a parte.
- In molte recensioni ho notato che la differenza d'età nella coppia principale ha creato non poche perplessità. A disturbarmi non è stato tanto il divario, piuttosto il fatto di attribuire a Zong Yi 17 anni, età un po' infelice già che se si fosse optato per un semplicissimo anno in più si sarebbe ovviato il problema della minore età e del fatto che la questione non viene nemmeno presa in considerazione nonostante venga ribadita la sua età più volte. Insomma, già che palesemente non se ne voleva fare un dramma, era più semplice alzare l'asticella anagrafica (del resto l'attore stesso era tipo ventenne all'epoca) e non si generava proprio la questione a prescindere.
Gli aspetti positivi, per fortuna, superano decisamente quelli negativi e rendono la serie davvero piacevole. Partiamo dagli attori, molto bravi e convincenti, soprattutto considerato che l'attore che interpreta Zong Yi era davvero alle prime armi. Promette bene, insomma. Grazie quindi alle capacità recitative e complice una buona sceneggiatura, ne sono usciti personaggi ben tratteggiati e sfaccettati. Amo le serie dove oltre pairing principale c'è anche una seconda coppia valida, e in questo caso devo dire ho apprezzato davvero entrambe, quasi allo stesso livello, e non è poco! Trovare una coppia che cattura l'interesse non è scontato, ma trovarne addirittura due nella stessa serie è cosa davvero rara. Della coppia principale ho apprezzato l'aver rivoluzionato e scardinato i soliti schemi, che vedono spesso un protagonista più adulto/forte/dominante/protettivo e uno più giovane/sensibile/fragile/da proteggere. Qui invece non ho potuto non apprezzare la sensibilità spiccata di Ze Rui, e la forte determinazione di Zong Yi, che nonostante la giovane età diventa una vera e propria colonna portante per Ze Rui. Lo conosciamo come giovane e inesperto, ma si rivela un personaggio estremamente sicuro di sé: una volta capito di essere innamorato e essersi dichiarato, non fa passi indietro, non dubita, non vacilla, anzi. Affronta la difficile situazione in cui vengono a trovarsi e va oltre, ma senza mai fare passi indietro nei confronti dell'altro. L'altra coppia ha un taglio totalmente diverso, ma altrettanto interessante: tra i due ho apprezzato in particolare modo Ai Di, così impulsivo e spericolato ma sotto sotto così tenacemente attaccato ai suoi sentimenti. Ruvido in superficie ma sensibile nel profondo, mostra il suo lato nascosto nei piccoli gesti che tenta di mascherare, così come le motivazioni che lo spingono a scelte importanti, vedi quella di andare in carcere a supporto di Zong Yi. Sono due belle coppie, con due belle storie, portate avanti da bravi attori e con un affiatamento e una chimica che davvero arriva allo spettatore. Che poi è sostanzialmente l'obiettivo di qualsiasi film o drama: coinvolgere e trasmettere emozioni. Kiseki ci riesce, e anche molto bene. Ne consiglio la visione? Direi proprio di sì!
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