Mi aspettavo qualcosa di diverso il giorno in cui ho fatto play sul primo episodio, mi aspettavo una mattonata e invece sono rimasta piacevolmente sorpresa, ok la trama in alcuni casi è un po’ improbabile eppure mi ha emozionato tanto, i legami e i malintesi sono raccontati bene e in alcuni casi ho provato proprio tristezza grazie anche ad un ottima fotografia giocata tutta sui volti e sulle espressioni dei protagonisti che mi hanno generato una certa empatia,assolutamente coinvolgente (pensare che il lavoro prima della stessa regia non mi era piaciuto molto). Il “cattivo” se possiamo chiamarlo così, alcune volte l’ho proprio odiato e altre volte invece ho provato tristezza per lui, mi sono piaciute davvero le sue sfaccettature che l’hanno reso più reale di altri, comunque un ottima interpretazione da parte di tutto il cast. Il“tutti uniti per la causa” mi è piaciuto tantissimo anche se purtroppo inverosimile (un vero peccato per l’amanita) perché mi ha fatto sognare un mondo migliore. Ho apprezzato anche il messaggio tra le righe, c’è sempre una possibilità, una possibilità per fare la cosa giusta, una possibilità per cambiare è una possibilità per essere delle persone migliori e fare ammenda. La poesia che c’è sulla definizione di fiori selvatici è delicata e significativa, nonostante vengano calpestati e alcune volte neanche si conoscono i nomi questi fiori continuano a ricrescere, forti anno dopo anno. Dovremmo essere tutti un po’ come Kang Bok Soo, combattere per le giuste cause senza paura e non perdere la speranza. Concludo il papiro kilometrico con una citazione del personaggio principale che mi è piaciuta molto “Non importa cosa fai, non importa chi sei, tutti in questo mondo hanno un mucchio di ragioni per essere amati”
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