C'est la vie!
Storia di vita, plausibile e ben recitata. Il ML, mi sembra bravo, pur essendo molto giovane (non è cosa così scontata). Non lo conoscevo. Più credibile di altri suoi coetanei. Ma è il SL quello per cui si fa il tifo. Impersona un po' lo stereotipo del 'perfetto secondo', presente in molti drama con triangolo amoroso, ma lo fa con una verità e una grazia inconsuete. Lei, al solito, molto bella, ma un po' sempre uguale. Un drama senza parti noiose e senza voglia di saltare un po' in avanti nella visione delle puntate. Ottimo ritmo. Anche questo lo trovo notevole. Se proprio devo trovare un difetto nella storia è un po' l'involuzione della protagonista femminile: da donna battagliera, ribelle e audace scivola pian piano (ma non del tutto) nel tipo della ragazza da salvare da parte del principe azzurro.Bravi gli attori di contorno, con la Grande Nonna Coreana che sa essere brava sia quando è fa personaggi da buona (come in questo caso), sia quando fa la cattiva (Under the umbrella queen), sia quando, come spesso accade, esagera un po' nella recitazione . Belli molti pezzi dell'OST, tutti all'insegna del romanticismo. Su tutti Running e Day&Night.
Non rivedo quasi mai.
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Ma come si fa a fare un drama così?
Va bene. Dopo anni di serie più o meno avvincenti mi capita questa qua, su ispirazione di una recensione in rete. Il poster mi ricordava vagamente un vecchio, amato, film surreale di Kaurismaki, Leningrad cowboys go America.Senza troppe aspettative.
Tuttavia, di colpo, Fated ha spazzato via tutte le mie 'preferite' (Goblin a parte) e si è insediata al secondo posto della mia classifica, dove rimarrà un bel pezzo.
Ma come mai? È una delle serie più sgangherate che abbia visto: cliché e implausibilitá a pacchi. Il ceabol, la piccola impiegata bistrattata, le differenze sociali, il secondo attore così perfetto da non essere punto credibile, l'incidente 'quasi' fatale, una bevanda speciale che spinge i due che la bevono nel letto più vicino (non per dormire) e fa scordare al risveglio ogni cosa fatta nel frattempo..., e non dico altro per non cadere nello spoiler. Chi ha già visto un po' di drama coreani dovrebbe essere vaccinato in proposito.
Ma i primi 5 minuti del drama, quando viene introdotto il protagonista, mi hanno messo ko.
Non bello (beh, si fa per dire), con una risata orribile e ossessiva, un ciuffo assurdamente sproporzionato...ma chi è? Eppure, quelle due note della musichetta che lo accompagna mentre avanza sulla scena dello shampo, dicono davvero tutto di lui e mi fanno sghignazzare ogni volta che le ascolto (sono nella suoneria della sveglia, per un buon risveglio in allegria). In dieci minuti mi sono innamorata di Jang Hyuk, attore che non avevo mai visto prima e da allora...ho scoperto un vero e grande attore che straccia tutti i bellocci rifatti di oggi, con le sue doti di recitazione (spettacolare in My country, ad esempio) e con una carica sexy fuori dal comune. JH recita con la voce, senza voce, con i gesti, il corpo, gli sguardi. Per non esagerare con le mie ossessioni, aggiungo che anche la protagonista femminile recita in modo fantastico. L'evoluzione del suo personaggio è uno degli aspetti meglio riusciti dell'intero drama. La sintonia (la chimica, come dicono in gergo) di Jang Nara con JH è spettacolare ed è ciò che tiene in piedi tutta la baracca. Notevole anche la recitazione di alcuni personaggi di contorno. La mamma di lei (categoria: mamma coreana di basso ceto, burbera, ma amorevole) interpreta al meglio il cliché. Simpatica, perché inconsueta è la capo famiglia (qui una nonna) del ceabol: senza alcuna puzza sotto il naso ( e trattandosi di una famiglia di pescivendoli per la ipotetica 'nuora-nipote' Jang Nara, il fastidio, reale, ci starebbe). Pur di vedere sposato il nipote farebbe ponti d'oro a qualsiasi ragazza.
Il mio consiglio è di non farsi impressionare dal primo impatto con JH (ho letto diverse recensioni inorridite dalla sua risata compulsiva) ma di andare avanti. Con quella risata, alla quale ci si abitua, e alla fine la si ama, JH è in grado di esprimere qualsiasi emozione positiva o negativa, di gioia o di dolore: vedere per credere. Non ultimo, Lee Gun (JH) insieme a Oska (Yoon Sang Hyuk -Secret garden) sono gli unici due personaggi di drama di cui riesco a ricordare i nomi anche a distanza di tempo.
Insomma, siamo abbastanza lontani dal capolavoro, ma io mi sono divertita un sacco. Vi auguro altrettanto.
La colonna sonora ha pezzi molto belli come Morning canon e Destiny sonata, tra le altre, ma ho trovato notevoli anche alcuni pezzi di sottofondo ai vari sviluppi della storia e dei personaggi. Rarissimamente guardo un drama più di una volta, ma questo potrebbe essere uno dei casi.
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Cimentandosi in un genere nuovo gli autori hanno fatto centro, andando oltre la produzione di un soft porn per signore (che un po' c'è) . La demistificazione di una, spesso obbligata, sessualità femminile è affrontata con leggerezza, ma con precisione, così come la naturalezza e la legittimità del diritto femminile al piacere. Qualche volta si sfiora lo stile 'educazione sessuale' e qualche altra, in particolare nelle prime puntate, sembra che l'invadenza del merchandising, pressante in tutte le produzioni coreane, proponga qui nuovi tipi di 'caramelle Kopiko'. Ma il tavolino da caffè nel salotto della protagonista è mitico... Anch'esso un segno della leggerezza e dello humor che attraversa tutta la serie. Ottima anche la durata e il numero contenuto delle puntate. ...
( però, ancora, mi batte di più il cuore in quei drama in cui i due protagonisti, distanti un metro e mezzo, si guardano negli occhi in silenzio per 30 secondi e poi...lui/lei...)
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A Jewel
Un drama eccellente. Romantico senza essere stucchevole, personaggi e situazioni plausibili e coinvolgenti. 18 puntate mai un momento di noia. Un mix perfetto di allegria, dolore, amore, affetti. La coralità della storia dá materia per raccontare vite diverse: quelle complicate dei 'figli' e quelle dure ma piene di affetti dei 'genitori'. Attori in stato di grazia, tutti (il fantastico padre di lei!!). La protagonista su tutti con le sue insicurezze radicate nell'infanzia e la sua determinazione a superarle. Lui totalmente perturbante nelle sue difficoltà psicologiche e nella intensità dei suoi baci. Virile senza bisogno di mostrare fisico da palestra. Pochi attori ho visto così espressivi nel dolore e nei gesti/sguardi dell'amore che sono sempre il punto di forza delle più riuscite serie romantiche coreane. È infine proprio vero che la stagione 2014-2018 (circa) ha prodotto serie di drama dalla magia inarrivabile sia come intrecci sia come recitazione. Ho cominciato ha vederne da poco ma niente di paragonabile con le più reclamizzate serie del presente, sempre più ripetitive, centrate sul belloccio di turno e su una recitazione precisa ma di maniera.Colonna sonora poco varia, ma orecchiabile e accogliente. Accompagna molti momenti della serie e ci si affeziona. Nonostante le 18 puntate potrebbe essere un drama da rivedere.
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Tree With Deep Roots
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Great story, perfect acting
Così avvincente ed emozionante da non riuscire a vedere alcune puntate tutte di seguito a causa della grande tensione e dei continui colpi di scena. Il migliore drama storico che abbia mai visto. Storia della corea antica e fiction intrecciate con grandissima maestria dagli sceneggiatori. L'avevo scelto perché non posso campare senza la mia iniezione quotidiana di Jang Hyuk ma l'insieme supera e trascende i miei problemi di dipendenza; in questo caso, addirittura il pur stupendo e bravissimo JH non è che un tassello di un racconto corale emotivamente superiore. Tutti molto, ma molto, bravi compreso il poliedrico cattivo ma, sopra sopra tutti, il magnifico attore che impersona re Lee(Yi) Do. Di pregio la parte cappa e spada. Mi ha ricordato un po' i celebri wuxia dei primi anni 2000 (e. g. House of flying daggers / Zang Yimou ): grandi duelli acrobatici, ma poco o niente macelleria. Attenzione. Per i patiti degli sguardi languidi e delle mani che si sfiorano: romanticismo vicino a zero. Imperdibile per chi ama il genere. Non è vero che occorre vedere prima il complicatissimo (bello,ma meno avvincente) Six flying dragons. Basta qualche pagina di wikipedia e, se volete, My country (Netflix), storia del padre e del nonno di Lee Do, con un bellissimo, crudele e dolente Jang Hyuk (e dai!!!!) nella parte del principe Lee (Yi) Bang-won, poi re Taejong, padre di Lee Do. Di molto interesse anche il tema centrale: l'invenzione dell'alfabeto coreano. Non tanto o non solo in sé o per approfondimento sulla storia coreana, ma per il modo diretto e articolato di farci capire l'importanza dell'accesso alla conoscenza tramite la scrittura. Un'arma fenomenale a disposizione di tutti (non solo dei coreani) di cui sottovalutiamo la potenza e la libertà d'uso concessa a tutti, indistintamente.Ho trovato il drama riassunto benissimo, puntata per puntata, su dramabeans, che consiglio, soprattutto per comprendere al meglio gli scontri ideologici.
La colonna sonora non mi ha impressionato. Non riguardo quasi mai. Non 24 puntate poi.
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